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NASHVILLE

 

Capitale dello stato, centro amministrativo, finanziario ed economico, Nashville fu fondata nel 1779. È chiamata anche “l’Atene del sud americano” per le numerose scuole superiori e per alcuni edifici di stile classico che gelosamente conserva. Nashville è famosa soprattutto come «music city», patria della musica country e western. Tutto iniziò con la Grand Ole Opry («Grande Vecchia Operetta»), il nome della prima trasmissione radiofonica del 1925 che diffondeva musica orecchiabile per coloro che vivevano nelle fattorie isolate, nei villaggi di montagna, nei ranch sperduti fra i pascoli. Era musica che toccava il cuore di questa gente sensibile, soddisfatta del poco benessere faticosamente raggiunto e amante di un folclore semplice. Ne erano autori e interpreti giovani poveri, che da villaggi sperduti si recavano in cittą accompagnati da una chitarra e con il cuore gonfio di sentimenti, sperando in una vita migliore. Così nacque la musica di Loretta Lynn, Dolly Parton, Kenny Rogers, di Tony Alamo (uomo d'affari che possiede quattordici stazioni radiofoniche, due reti televisive e una Chiesa di sua fondazione) e di Elvis Presley, che inventò un suo genere particolare, ma iniziò dal «country».

Per la storia amerciana Nashville è da ricordare per la battaglia che durò due giorni il 15 ed il 16 Dicembre del 1864 e segnò l’inizio della fine dei Confederati nella guerra di secessione. Dopo la Battaglia di Franklin le forze dell’unione del General Maggiore John M. Schofield comandata dal Generale H. Thomas si concentrarono per la presa di Nashville. Il primo giorno una divisione di federali tenne fermo un corpo dei veterani di Cheatham, mentre tutto il resto dell'esercito di Thomas attacca l'altro fianco. Il 2° giorno 9.000 uomini, armati del fucile a tiro rapido Spencer, attaccarono il fianco di destra di Hood, mentre degli altri federali attaccarono di fronte. L'esercito di Hood si sciolse. Thomas insegue i fuggitivi. La guerra era finita per l'esercito confederato del Tennesee. Il Monumento a ricordo originale fu distrutto da un tornado nel 1974. Quello che possiamo vedere oggi è una copia

Per la visita della città si deve far riferimento a tre posti distinti.

Music Valley. Era qui Opryland, che da parco di divertimenti - che gravitava attorno a un auditorium da 4400 posti - è stato trasformato in un enorme centro commerciale. Non sorprende che la Music Valley sia una grande attrazione turistica di Nashville. Con un lampo di genio urbanistico, quest'area fu ricavata da un vicino sobborgo e trasformata in una mecca turistica americana senza che gli abitanti dovessero risentirne gli effetti negativi. Il molto amato parco di divertimenti fu raso al suolo dai bulldozer per lasciare il posto all'enorme centro commerciale Opry Mills (lunedì – sabato 10 am – 9:30 pm; domenica 11 am – 7 pm). http://www.oprymills.com/static/node720.jsp. Opry Mills Shopping & Entertainment comprende più di 200 negozi inclusi Rainforest Café, Alabama Grill, Gibson Bluegrass showcase, Macaroni Grill, Aquarium Restaurant, Tony Roma’s e altri.

La più famosa sala da concerti della musica country, il Grand Ole Opry House www.opry.com si trasferì qui nel 1974 dalla sua sede originaria nel Ryman Auditorium in centro. Gli spettacoli si tengono di venerdì e sabato sera per tutto l'anno, e sono disponibili visite giornaliere dietro le quinte. Sul lato opposto della piazza rispetto alla Opry House, il Grand Ole Opry Museum [admission: free] racconta la storia dell'Opry per mezzo di statue di cera abbigliate con variopinti costumi e oggetti d'epoca. Nella stessa zona, il Minnie Pearl Museum e il Roy Acuff (1) Museum.

Downtown. La via più famosa è la Broadway dove dall'angolo con la 5 Av. fino alla 2 Av è un susseguirsi di locali e negozi “musicali”. Molto noto Alamo, ma anche il fornitissimo negozio di dischi Ernest Tubb Record Shop, e quelli di strumenti musicali.

Altra via animata, soprattutto di notte, è Printers Alley, un vicolo dove si concentrano i locali che offrono spettacoli di ballerine e chitarristi.

Da non perdere il Country Music Hall of Fame: museo dedicato alla country music e ai suoi rappresentanti. Ha sede in un edificio costruito nel 1892, e dal 1925 al 1974 fu utilizzato come auditorium per la musica country. Ora è il museo delle stravaganze, il sacrario dei miti, dove la bianca cadillac di Elvis occupa il posto d'onore fra i costumi di scena di Jonny Cash, gli stivali con lustrini di Jerry Lee Lewis, la chitarra di Glen Campbell, quelle del mitico Chet Atkins e il violino di Roy Acuff. Non manca una sezione dedicata a Ray Charles.

Nel museo sono esposti numerosi oggetti, dal caratteristico cappello di Garth Brooks alla cravatta-laccio di Gene Autry, al testo originale manoscritto di 'Mamas don't let your babies grow up to be cowboys'. Il pezzo forte è la Cadillac bianca che di Elvis Presley (che ha iniziato la Sua carriera con il Country), con un tetto apribile - che si alza premendo un bottone – con gli interni rivestiti in oro. Ci sono anche la stanza di Hank Williams Jr, una serie di belle chitarre Gibson, registrazioni e filmati d'epoca. Da vedere anche i costumi di Jhonny Cash, gli stivali di J. Lee Lewis.

A Nashville vi sono numerosissime chiese; ce ne sono più di settecento. In Church street ci sono undici case editrici che stampano milioni di Bibbie in sei diverse versioni, una per ogni confessione religiosa. La religiosità è un sentimento profondo, a Nashville come in tutto il sud, anche se non sempre ben definito; così la domenica mattina questo sentimento antico si traduce nella dolce musica dei gospels e, magari, la sera, in un rito woodoo.

Music Row. Situata all'altezza della 17ma sulla Broadway. E' il centro dell'«industria» musicale; qui hanno hanno sede gli «studi» della Cbs, della Rca, e di una sessantina di altre sale d'incisione. Una cattedrale della musica è la Monument Record, dove Gene Vincent Craddock ha registrato il «Be bop a lula». Alla Monunent Record, che ha iniziato nel 1950 in uno spoglio scantinato, oggi arrivano cantanti da tutto il mondo per registrare nei suoi prestigiosi studi.

Quel che Sun Studios di Memphis sono per la cultura rockabilly, l'RCA Studio B è per il country, e viene considerto dai musicisti come il principale artefice del "Nashville Sound". Si ritiene che lo studio, arredato in stile anni Cinquanta e di nuovo aperto dopo un periodo di chiusura per restauri, sia quello che ha lanciato il maggior numero di successi discografici nel paese. Acquistando il biglietto d'entrata per il Country Hall Of Fame si può visitare anche l'RCA Studio B.


Dintorni.

Poco distante da Nashville si trova la casa del Presidente A. Jackson. Andrew Jackson (Waxhaw, Carolinas - 15 marzo 1767 - Hermitage, Tennesse, 8 giugno 1845) è stato il settimo Presidente degli Stati Uniti d'America. Nacque il 15 marzo 1767 nella zona di Waxhaw nell'estremo ovest della Carolina, in un luogo senza scuole. Poiché era orfano di padre, fu la madre a insegnargli a leggere e a scrivere, e una leggenda vuole che sia stato lui a leggere la prima copia della Dichiarazione d'Indipendenza ad un gruppo di coloni analfabeti, quando giunse in quel luogo sperduto. Durante l'invasione inglese della Carolina, nel 1780, Jackson fu catturato e imprigionato. Quando fu liberato e tornò a casa, scoprì che a causa della guerra sia la madre che i due fratelli erano morti. Oramai privo di una famiglia, il futuro presidente si guadagnò da vivere lavorando come apprendista sellaio, ma dedicava ogni momento libero agli studi di legge e a 24 anni divenne procuratore a Nashville, nel Tennesse, e qui sposò Rachel Robarts. Sotto il mandato presidenziale di John Adams il Tennesse entrò a far parte dell'unione e Jackson fu eletto al senato e divenne giudice della locale Corte Suprema. Per il suo carattere irruento e spesso rissoso, si annoiava della vita sedentaria da giudice e decise di guidare un reparto della milizia contro gli indiani Creek in Alabama. Dopo questa spedizione bellica, iniziò ad ottenere una certa popolarità anche fuori dai confini del Tennesse. Nel 1812, durante la guerra contro l'Inghilterra, l'allora Segretario alla Guerra James Monroe lo nominò generale comandante del fronte meridionale. Guidò un esercito formato da pionieri contro i 12.000 veterani inglesi e riportò una straordinaria vittoria: gli inglesi persero 700 uomini ed ebbero 1400 feriti, mentre gli americani ebbero 8 morti e 13 feriti. Tuttavia fu una vittoria superflua in quanto la pace fra le due nazioni era già stata sottoscritta a Gand, in Belgio. Da quel momento, Jackson fu soprannominato Old Hickory, la "Vecchia Quercia". Dopo che gli USA acquistarono dalla Spagna la Florida, Jackson ne divenne il governatore. Nel 1829, all'età di 61 anni, fu eletto presidente. Fu il primo presidente che non veniva da famiglie più o meno "aristocratiche" e non aveva studiato in scuole prestigiose. Era invece un uomo di frontiera e fu esaltato dai pionieri del West, mentre fu visto senza grande simpatia dagli intelletuali del Nord e del Sud del paese. Lo stesso John Quincy Adams, suo predecessore, non aveva una grande considerazione di lui e lo riteneva un analfabeta. Le persone ebbero la sensazione che con lui saliva al potere il popolo e questo fu provato quando alla cerimonia di insediamento egli aprì la Casa Bianca a migliaia di pionieri, causando un vero e proprio caos nella residenza presidenziale. Era un uomo molto determinato, era assolutamente deciso ad ottenere ciò che voleva. Nel 1828 mandò una squadra navale a Charleston, nella South Carolina, per costringere lo stato ad accettare una legge. Affrontò in seguito la Banca degli Stati Uniti per convincerla a cambiare la propria politica finanziaria. Riuscì anche ad avere la meglio sul Congresso, rivendicando per la sua carica il diritto di veto sull'attività legislativa. Nel 1832 ottenne un secondo mandato e sotto questo l'Arkansas entrò a far parte dell'Unione. Nel 1837, scaduto anche questo mandato, si ritirò a vita privata. Morì all'età di 78 anni, l'8 giugno del 1845 a Hermitage, nel Tennesse.


(1) L’appellativo di King of Country Music che Roy Acuff (1903-1992) si guadagnò con la sua lunga e brillante carriera non è uno dei tanti soprannomi che venivano appiccicati alle country superstar di qualche decade fa, quando Nashville ospitava re e regine quasi quanto l’Europa del Medioevo. Il debito che la country music ha nei suoi confronti è grandissimo: se Jimmie Rodgers di questa ne fu il padre, allo stesso modo Roy Acuff lo fu per il suo sviluppo sotto il profilo della popolarità (il grande boom del dopoguerra) e della industrializzazione (la casa editrice Acuff- Rose, l’etichetta Hickory, il progetto di Opryland, ecc). Roy Claxton Acuff nacque il 15 settembre 1903 a Maynardville, Tennessee, da una famiglia con ricche tradizioni musicali, ma i suoi interessi in gioventù andarono soprattutto allo sport. La sua carriera di musicista derivò infatti da quella di mancato giocatore di baseball. Iniziò ad esibirsi professionalmente nel 1932 nel medicine show che, come ebbe sempre a ricordare, fu determinante nel forgiare il suo caratteristico stile di canto, l’anno successivo fondò il suo primo gruppo, i Tennessee Crackerjacks successivamente divenuto i Crazy Tennesseans e definitivamente passato alla storia col nome di Smokey Mountain Boys. Nel 1936 la prima incisione con la American Record Company, nel 1938 membro della Grand Ole Opry.Il successo arrivò con canzoni come The Great Speckle Bird (1937), The Wabash Cannonball (1938), Wreck On The Highway (1942) ecc. che lo fecero conoscere a milioni di americani. Non è esagerato dire che durante gli anni della II guerra mondiale fosse popolare quanto il presidente degli Stati Uniti (i marines reduci da Okinawa raccontavano che i giapponesi per fiaccare la loro resistenza li insultavano dagli altoparlanti installati sull’isola con la frase "To hell with Roosvelt, to hell with Babe Ruth, to hell with Roy Acuff"). Fu protagonista di 8 film e tentò la carriera politica candidandosi nel 1944 e 1948 come governatore del Tennessee, ma, nonostante conducesse le sue campagne a suon di musica con largo seguito di folla, non ebbe la stessa fortuna che si era costruito come intrattenitore. Il sodalizio con Fred Rose (1897-1954), noto compositore

e artefice del successo di Hank Williams, diede origine nel 1942 ad una delle più importanti case editrici musicali country che si ricordi: la Acuff-Rose, che in poco tempo divenne leader assicurandosi i diritti di produzioni di artisti come Marty Robbins, Felice & Bodleaux Bryant, Hank Williams ecc. Era l’inizio di quel music businness che avrebbe permesso alla country music di emergere e imporsi rispettabilmente sul mercato. Molti anni più tardi, ormai simbolo vivente di una musica tradizionale solo in apparente contrasto con le nuove tendenze, ritrovò prima con la Nitty Gritty Dirt Band (il famoso disco triplo Will The Circle Be Unbroken del 1972), poi con la canzone Back In The Country (11 settimane nelle charts! 1974), un successo impensabile e unico anche per una star ultrasettantenne come lui. La sua era country music allo stato puro, derivata da quel mountain style a cui attinsero con successo Bill Monroe o i Louvin Brothers, che influenzò artisti del calibro di Hank Williams. Fino all’ultimo Acuff ha partecipato al rito settimanale della Grand Ole Opry cantando la sua The Wabash Cannonball. Immancabilmente. E anche negli ultimi tempi, quando la voce ormai lo stava abbandonando, il pubblico gli tributava sempre una sincera e lunga ovazione, bastavano le prime sette note pizzicate sul dobro da Pete Kirby e tutti erano in piedi.

(AA.VVt)

 

 


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